La menopausa non è solo un problema ginecologico, ma è una transizione sistemica, capace di influenzare profondamente l’intero organismo femminile, inclusi stomaco e intestino. In menopausa, infatti, è frequente che compaiano disturbi digestivi e intestinali anche in donne che non ne hanno mai sofferto in precedenza.
A cura di Redazione Scientifica. Revisione a cura di dottor Marco Dal Fante, gastroenterologo di Milano e Comitato Scientifico Lynda.
Menopausa e intestino: cosa cambia?
La transizione menopausale (o perimenopausa), che si verifica tipicamente tra i 45 e i 55 anni, è un periodo che per molte donne è caratterizzato da sintomi vasomotori (vampate, sudorazioni), urogenitali, disturbi del sonno, brain fog, variazioni dell’umore, aumento di peso. Alla base, le fluttuazioni ormonali di estrogeni e progesterone che però non agiscono solo su cervello, metabolismo, cuore, ossa e apparato genitourinario: anche l’intestino risponde agli squilibri ormonali, come evidenziato dalla letteratura scientifica.
Gli ormoni sessuali – in particolare gli estrogeni – regolano molte funzioni digestive, tra cui:
- motilità intestinale
- aumentata percezione del dolore viscerale
- regolazione dell’appetito
- assorbimento dei nutrienti e integrità della barriera intestinale.
Questo accade perché, quando i livelli ormonali diminuiscono, il sistema nervoso può diventare più reattivo e i comuni disturbi digestivi – come gonfiore o crampi – possono essere percepiti in modo più intenso. La motilità intestinale, responsabile della regolarità intestinale e dell’evacuazione, tende a rallentare, con conseguente stitichezza, senso di peso e una digestione più lenta. Inoltre, le oscillazioni ormonali possono rendere la barriera intestinale più vulnerabile, favorendo l’infiammazione e il peggioramento di sintomi in caso di reflusso gastroesofageo, ad esempio.
La diminuzione di estrogeni e progesterone, inoltre, influenza la diversità del microbiota, rendendo l’intestino più suscettibile a irritazioni e disturbi della digestione, e anche la sfera emotiva gioca un ruolo significativo nella salute intestinale. Difficoltà nel sonno, stress, ansia, possono influenzare l’asse intestino-cervello, mentre l’aumento del cortisolo, l’ormone dello stress, altera la motilità digestiva e può amplificare sintomi come crampi, tensione addominale o diarrea. Inoltre, quando la stanchezza o l’ansia incidono sulle scelte alimentari – la cosiddetta fame nervosa – è più facile ricorrere a snack e cibi molto processati, che peggiorano la salute intestinale.
Menopausa e disturbi gastrointestinali: quali sono?
Tra i sintomi gastrointestinali più comuni che possono comparire (o aumentare) durante la perimenopausa, si possono trovare:
- gonfiore addominale
- stipsi (stitichezza)
- diarrea episodica
- acidità gastrica
- dolore addominale
- nausea
- difficoltà digestive
- reflusso gastroesofageo.
A volte, la menopausa non introduce nuovi sintomi, ma accentua condizioni già presenti. È il caso, ad esempio, della sindrome dell’intestino irritabile (IBS), un disturbo funzionale caratterizzato da dolore addominale, gonfiore e alterazioni dell’alvo, in cui l’intestino rimane strutturalmente sano ma estremamente reattivo a stimoli come stress e alimentazione. Anche le malattie infiammatorie croniche intestinali (IBD), come la malattia di Crohn, oppure un disturbo come il reflusso gastroesofageo, o la celiachia, la malattia autoimmune scatenata dal glutine, possono manifestarsi con sintomi più marcati se l’intestino è già in una fase di maggior irritabilità. In tutte queste situazioni, la menopausa può fungere da amplificatore, rendendo più evidente un disturbo già esistente.
Cosa fare in caso di disturbi intestinali e digestivi in menopausa?
Esistono diverse strategie che possono aiutare a ritrovare equilibrio e benessere intestinale:
- uno stile di vita attivo, ad esempio, favorisce la motilità intestinale e riduce lo stress, migliorando sia la regolarità sia la percezione del dolore addominale
- un’alimentazione sana ed equilibrata, ricca di fibre e attenta agli alimenti che possono rappresentare trigger personali, può alleviare molti dei disturbi più comuni
- la qualità del sonno ha un ruolo fondamentale: un riposo insufficiente altera la comunicazione tra cervello e intestino, rendendo quest’ultimo più reattivo
- tecniche di gestione dello stress come mindfulness, respirazione lenta o yoga possono contribuire a normalizzare la motilità e a ridurre l’infiammazione intestinale.
È importante rivolgersi al medico quando compaiono sintomi nuovi o peggiorano quelli esistenti – come sanguinamenti nelle feci, perdita di peso non dovuta a diete, dolore intenso alla palpazione dell’addome, difficoltà a deglutire o presenza di feci molto scure, quasi nere – perché possono richiedere esami specifici per escludere patologie più serie. In tutti gli altri casi, possono essere utili trattamenti che includono antiacidi, probiotici, lassativi o antispastici, sempre da assumere su indicazione del medico. Anche alcuni rimedi naturali, come zenzero, finocchio o psillio, possono offrire un aiuto complementare, soprattutto nelle forme più lievi, ma è sempre raccomandabile chiedere un parere al proprio medico di riferimento soprattutto se si assumono terapie per altre patologie.
La menopausa è una fase complessa, che coinvolge corpo ed emozioni. I disturbi intestinali ne fanno spesso parte, ma non devono essere qualcosa con cui imparare a convivere in silenzio. Informarsi, ascoltare il proprio corpo e chiedere supporto quando serve permette di affrontare questa transizione con maggiore serenità e con gli strumenti giusti per proteggere il proprio benessere.
Bibliografia
Ley D, Saha S., «Menopause and gastrointestinal health and disease», Nature Rev Gastroenterol Hepatology, Vol. 22, n.8, pp 556-569, ID: 40410564, agosto 2025.