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Le storie di Lynda: storie di donne in menopausa

Due donne raccontano le loro storie di menopausa: tra consapevolezza, insonnia e forza ritrovata nel condividere.

Abbiamo deciso di chiamarle “Le storie di Lynda: storie di donne in menopausa” per raccogliere e dare voce alle donne che ci raccontano la propria storia. Alcune lo fanno nel Forum di Lynda, altre in privato. Noi ascoltiamo, capiamo e condividiamo con discrezione e empatia per raccontare i tanti volti dell’essere donna in menopausa.

A cura di Redazione Lynda.

Storia 1. Non sono sbagliata: sono semplicemente in menopausa.

Non avrei mai pensato che a 54 anni mi sarei sentita così invisibile. Ho due figlie meravigliose, ormai donne, di cui vado immensamente fiera. Eppure, non trovo il coraggio di parlare con loro di quello che mi sta succedendo da undici anni.

Tutto è iniziato quando ne avevo 43. All’inizio erano piccoli segnali: il ciclo che diventava irregolare, a volte più abbondante, altre volte quasi impercettibile. Mi dicevo che era normale, che il corpo cambia. Ma poi ho iniziato a sentirmi diversa dentro.

Ricordo quel martedì in ufficio, quando durante una riunione importante ho perso completamente il filo del discorso. Io, che ero sempre stata quella con la risposta pronta, quella che coordinava i progetti più complessi senza battere ciglio. All’improvviso, davanti a tutti i colleghi, le parole si sono dissolte nella mia mente come neve al sole. Ho balbettato qualcosa, facendo finta di consultare degli appunti, ma dentro di me sapevo che qualcosa stava cambiando.

Nei mesi successivi, queste “nebbie mentali” sono diventate più frequenti. Mi svegliavo la mattina con un vago senso di tristezza che non riuscivo a spiegarmi. Io che ero sempre stata ottimista, mi ritrovavo a piangere guardando le pubblicità in televisione. Piccole dimenticanze quotidiane diventavano montagne insormontabili nella mia mente.

“È solo stanchezza”, mi dicevo. “Passerà.” Ma non è passata.

L’anno scorso ho preso la decisione di lasciare il lavoro. Non riuscivo più a gestire le responsabilità, la paura di sbagliare era diventata paralizzante. Il mio capo ha cercato di convincermi a restare, ma io sapevo che non ero più la stessa persona.

È stato solo due mesi fa che ho trovato un nome per quello che stavo vivendo, per la sensazione di inadeguatezza e di tristezza: menopausa. Non ero pazza! Stavo attraversando una transizione naturale, per cui nessuno mi aveva preparata. Oggi guardo le mie figlie e mi dico che sono fortunate: forse io troverò mai il coraggio di parlarne con loro, ma possono informarsi e prepararsi usando le informazioni che io ho trovato qui in Lynda. Per ora, mi accontento di questa nuova consapevolezza. Non sono sola. Non sono sbagliata. Sono semplicemente in menopausa.


Storia 2: Una madre zombi e la salvatrice del sonno.

Se qualcuno mi avesse detto che a 47 anni avrei considerato l’ipnosi come soluzione ai miei problemi, gli avrei riso in faccia. Eppure eccomi qui, a googlare “come addormentarsi in 30 secondi” alle tre del mattino, mentre mio figlio dorme beatamente.

Mio figlio Marco, 8 anni e un’energia inesauribile, non capisce perché la mamma che una volta correva con lui al parco ora sembra più un personaggio di “The Walking Dead” che una super-mamma single. L’altro giorno mi ha chiesto candidamente: “Mamma, perché hai sempre quelle borse nere sotto gli occhi? Sembri un panda triste.”

Grazie, tesoro.

La menopausa mi ha colpito come un camion in corsa su un’autostrada. E quel camion trasportava principalmente stanchezza cronica e insonnia. Il problema è che quando sei una madre single, non puoi permetterti il lusso di essere stanca. Non c’è un partner che possa prendere il testimone mentre tu crolli sul divano. Quindi, ho iniziato la mia personalissima crociata contro l’insonnia menopausale.

Ho provato tutto. E quando dico tutto, intendo TUTTO:

Integratori di magnesio, melatonina, tisane, cuscini anti-insonnia, tutto. La scorsa settimana, alla riunione dei genitori a scuola, sono quasi crollata sulla sedia durante la presentazione della maestra. La mamma di fianco a me, mi ha dato una gomitata e mi ha guardato perplessa. “Menopausa” le ho sussurrato. Ha annuito, con gli occhi semi-chiusi.

“Terapia ormonale,” ha detto, “Vai dal tuo ginecologo”. Non avrei mai pensato di andare dal ginecologo per tornare a dormire.

Così, domani ho il mio primo appuntamento con questa “salvatrice del sonno” (è una donna, mi sento più a mio agio a parlare di menopausa con una donna, onestamente).

Ecco, se c’è una cosa bella in tutta questa storia, è che parlare di come ti senti, aiuta. Aiuta tanto.

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